lunedì 24 novembre 2014

Malato di Souls

Aiutatemi, sono malato. Malato di una dipendenza che non riesco a guarire. Non si tratta di cocaina, non si tratta di eroina, ne tanto meno di maria (notare il novenario in rima baciata AAA, robe che manco Dante). Soffro di una dipendenza da Souls... Aiutatemi!

Ok dai no, non sono messo poi così male... Certo che però avere una voglia così matta di giocare ad una singola serie di titoli non mi accadeva da molto, moltissimo tempo. In una combo mostruosa ho giocato a Dark Souls poco prima dell'uscita del seguito, giocato a Dark Souls 2 appena uscito facendo due diverse run, recuperato sullo store online Demon's Souls e spolpato in un amen, rigiocato con un personaggio diverso Dark Souls 2, rigiocato a Dark Souls con un altro personaggio e ora sto facendo un po' di PVP su Dark Souls 2.
E, mentre giocavo, mi sono chiesto più volte: perché questa serie piace così tanto? Beh, vediamo un po'...

DIFFICOLTÀ

La caratteristica più famosa dei Souls è l'alta difficoltà del gioco. Parli del gioco e tutti ti diranno "Ah, sì, quello impossibile da finire!". Tra l'altro la difficoltà era stata la motivazione che mi aveva fatto inizialmente abbandonare il gioco (per poi riprenderlo dopo 1/2 anni), dato che già avevo avuto seri problemi col Demone del Rifugio. Già. Accetto insulti di ogni tipo per sta cosa.
In realtà il gioco è tutto fuorché impossibile: è difficile ovvio, ma penso che la difficoltà maggiore sia quella di prendere dimestichezza col sistema di combattimento: capiti i segreti che si celano dietro di esso metà del gioco è fatto. Cioè, non il gioco vero e proprio, è un modo di dire "il gioco è fatto" (ahah).
Il problema sta nel vedere quanto tempo ci si mette per diventare bravi abbastanza da non morire ogni due per tre scongiurando così il rischio dello scoraggiamento o la dipartita del famoso embolo.
Però, una volta appreso, ecco che i Souls diventano un gioco calibrato alla perfezione: nulla di troppo facile, nulla di impossibile. I percorsi, i boss, gli upgrade ottenibili sono studiati accuratamente e ciò rende il gioco davvero godibile e gratificante quando si riesce a proseguire nella trama. E questa dovrebbe (e sottolineo, DOVREBBE) essere una caratteristica che si dovrebbe trovare in ogni videogioco.

FUNZIONALITÀ ONLINE

Non sono mai stato un amante delle componenti online dei videogiochi di ultima (anzi, ormai scorsa) generazione. Sembrava che se un gioco qualsiasi non aveva la componente online, beh, peccava di qualcosa: così pure un God of War si era beccato la modalità online, quando con il gioco in sé nulla aveva a che fare, ma va beh, è un altro discorso. 
Nei Souls pure la componente online è studiata attentamente: bellissima la possibilità di poter evocare altri giocatori per poter avere manforte in percorsi ostici o contro boss bastardelli. 
Interessantissima la possibilità di lasciare messaggi per terra che tanto mi ricorda i miei primi tempi da videogiocatore, quando ancora non c'era internet. Per esempio, mi ricordo che da bravo nabbo ero rimasto bloccato nel gioco di Hercules contro il centauro. Sì, cose inimmaginabili lo so, ma tant'è: finché non incontrai un mio amico che mi svelò come batterlo (saltandogli in groppa, ricordate?) abbandonai il gioco. Che altro potevo fare, ai tempi mica c'era l'internet... Ecco, i messaggi mi ricordano quel passaparola che c'era durante l'intervallo a scuola o al pomeriggio mentre ci si incontrava coi propri amici. Se qualcuno scopriva qualcosa lo diceva agli altri (pieno di orgoglio per essere stato il primo a capire come si faceva per superare il livello), permettendo così a chi non lo sapesse di proseguire. I messaggi a terra sono la stessa cosa, solo che ora non siamo più in corridoio a scuola, ma in un server gigante. Insomma, figo.
Per ultimo, ma non per importanza, il PVP: bello. Basta, che altro dovrei dire. È bello-bello, al massimo.

POSSIBILITÀ DI GIOCO

Le possibilità per affrontare il gioco sono tantissime: si può impersonare personaggi lenti ma potenti, veloci e letali, castatori di incantesimi offensivi, castatori di incantesimi difensivi, maghi puri, guerrieri puri, maghi e guerrieri assieme, insomma le possibilità di costruzione del proprio personaggio sono pressoché infinite. 
E oltre alla flessibilità delle statistiche del personaggio abbiamo la possibilità di scegliere tra una miriade di equipaggiamenti: anche qua ogni arma, scudo e armatura ha le proprie caratteristiche che influenzano la flessibilità globale dei Souls. Senza dimenticare l'upgrade dell'equipaggiamento stesso, anche questo davvero ben studiato e ricco di variabili. 
E quindi, ogni volta che si affronta nuovamente il gioco, si ha tra le mani un titolo diverso. Queste caratteristiche donano longevità e elasticità al titolo, requisiti fondamentali per un gioco al giorno d'oggi.

AMBIENTAZIONI

Spettacolari. Questo è l'unico aggettivo che mi viene in mente per descrivere le varie ambientazioni esplorate nei vari titoli. Luoghi come Anor Londo, il castello di Drangleic o Boletaria sono una perla del mondo videoludico. 
Dettagliate, affascinanti ed evocative, le ambientazioni dei Souls ti fanno venire voglia di esplorare fino all'ultimo angolo tali zone. E questo è importantissimo: un gioco che fa venire voglia di esplorare le proprie località è un gioco che ha vinto.

LORE

I produttori dalla From Software non hanno solo creato una trama coinvolgente ricca di mistero: hanno creato miti, leggende, hanno dato una storia ad ogni luogo, hanno creato divinità, credi e religioni, cioè in parole povere hanno creato un mondo completo in tutto e per tutto. 
Ma il bello è che per scoprire tutto ciò bisogna leggere attentamente descrizioni, porgere orecchio a tutti gli NPC, capire chi mente o meno, esplorare, supporre, dedurre. 
Fantastico, mi vengono in mente i cari Final Fantasy, sviluppati in maniera simile: queste caratteristiche rendono ancora più magico e coinvolgente il gioco.

Inzomma, i tre titoli della From Software sono sicuramente entrati nella mia ristretta lista di più bei giochi giocati. Se dovessi descriverli in un'unica frase direi che i Souls sono quei videogame che tanto mi/ci hanno fatto sognare nella nostra infanzia aggiornati con estrema bravura alle richieste del mercato videoludico odierno. Delle rarità che sicuramente bisogna provare e assaporare attentamente per non cadere in giudizi frettolosi. Perché, per titoli del genere, prima che con un'arma tosta, bisogna armarsi di pazienza, tanta pazienza.
E' tutto, ci si blogga presto, il vostro amichevole Cappe di quartiere.

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