mercoledì 6 febbraio 2013

Le Analisi del Dojo: giochi Indie

Dojisti, ben ritrovati! Ieri sera mentre ero sotto la doccia (che si sa, è il miglior posto dove ponderare) ragionavo su questo fatto: negli ultimi 6 mesi ho giocato a diversi titoli indie, che siano su PS3, PC o 3DS. Facendo la conta salta fuori che 6 su 16 dei giochi utilizzati da settembre a questa parte sono indie. Mmm, ragioniamo un attimo sulle motivazioni che stanno portando questi mini-giochi a livelli di notorietà altissimi e ad incredibili successi.

Partiamo dalla definizione del termine indie: il vocabolo identifica tutti quei giochi programmati e sviluppati da una singola persona o da un gruppetto di amici e, cosa più importante, senza aiuti economici.
Gli indie sono quindi tutti quei videogiochi che magari non presentano una grafica pompata, un gameplay approfondito o una storia lunghissima, ma puntano piuttosto sull'intrattenimento e il divertimento che sanno offrire, sulle dinamiche di gioco o sulla difficoltà nella risoluzione dei livelli di gioco.
Altro aspetto particolare degli indie è quello di... Aspè!, c'è qualcosa di strano in quello che ho detto. Ripetiamo con calma: puntano piuttosto sull'intrattenimento e il divertimento che sanno offrire, sulle dinamiche di gioco o sulla difficoltà nella risoluzione dei livelli di gioco
A pensarci bene non è questo che deve offrire un gioco? Divertimento, intrattenimento e un pizzico di difficoltà che ti fa ragionare diversi minuti su un singolo livello. Nell'era degli FPS, del videogioco come intrattenimento di massa e non più di nicchia, delle grafiche ultrafighe forse quegli aspetti citati poco fa sono andati a finire nel dimenticatoio (per carità anche in questa generazione ci sono ottimi titoli, forse però in quantità minore rispetto a prima). Ormai le case di produzione puntano a massificare le vendite: gli ultimi Final Fantasy o Splinter Cell penso siano chiari esempi di come una casa abbia stravolto un prodotto con determinate caratteristiche peculiari per poterlo vendere alla massa, fottendo così gli amanti della serie che si ritrovano con un FPS nascosto sotto le sembianze di uno stealth. Altro esempio: circa quattro settimane fa è uscito il primissimo trailer di Cyberpunk 2077, che prontamente vi riporto:
C'è gente che non sta più nella pelle, gente che già afferma di voler prenotare, gente che è già impazzita alla vista della grafica particellare: ma cazzo, è un trailer che non dice nulla, non si capisce cosa offrirà, cosa in pratica sarà! Ma visto che ha un grafica pazzesca allora è un gioco stupendo già adesso.
Grazie a dio però il mondo degli indie sta crescendo a vista d'occhio: sfruttando gli store online delle console più famose e gli ormai comunissimi smartphone, i giochi indipendenti si stanno ritagliando una fetta di spazio sempre più grossa. 
Ringrazio Farenz per avermelo fatto scoprire!
Negli ultimi mesi ho potuto apprezzare le bellezze di titoli come Braid, Limbo, Little Inferno, The Cave o To the Moon, giochi che non hanno nulla da invidiare ai colossi del mercato, anzi: la loro semplicità e la cura con cui sono stati creati è ormai merce rara e li rende prodotti di alto livello, quantomeno da provare. 
Io poi personalmente ho giocato ha pochi titoli indie rispetto alla quantità che ci offrono i tanti produttori: scorrendo la lista sulla pagina su Wikipedia ci si può fare un'idea del loro crescente successo: Journey, World of Goo, Slender, Angry Birds fino ad arrivare al gioco indie di maggior popolarità, Minecraft. Tantissimi titoli che in molti hanno apprezzato/apprezzano tantissimo e che mi sono ripromesso di provare prima o poi.
Una domanda che mi sono posto dopo questo primo ragionamento è stato: ma è solo la semplicità e la cura a rendere questi indie tanto apprezzati? Risposta: no. Gli indie solitamente propongono gameplay di vecchio stampo (2D a scorrimento con rompicapi) o gameplay innovativi/diversi dal comune (come per esempio Journey). Questa scelta fa affiorare un sentimento di nostalgia per vecchi titoli di precedenti generazioni in alcuni casi, in altri fa venir voglia di provare qualcosa di diverso rispetto al solito. Comunque il risultato è quasi sempre il medesimo: divertimento e gioia nel provare questi titoli.
Che dite, massacrerà i colossi di Sony e Microsoft?
Altro (ed ultimo) simbolo di crescita dei giochi indipendenti è Ouya, la console concepita in maniera indipendente (ma dai!) dedicata esclusivamente a titoli indie e finanziata dalla gente comune: il progetto di questo nuovo aggeggino era infatti presente su Kickstarter, sito internet che permette di pubblicare le proprie idee e progetti per ricevere aiuti economici dagli internauti che osservano con interesse il tuo lavoro. Vi offro solo un dato: sul sito è possibile specificare la cifra che si vuole raggiungere per finanziare il proprio progetto: beh, gli ideatori di Ouya avevano inizialmente richiesto circa 950.000$ e si sono ritrovate nelle tasche la modica cifra di 8.600.00$!!! Boom!!! Un successone: la console è attesa nel mese di giugno, corrente anno. Le prenotazioni per l'affarino hanno raggiunto numeri impressionanti, tanto che ci sono ancora pochissimi pezzi disponibili. Sarà Ouya il condottiero che porterà definitivamente in trionfo il mondo indie? Per scoprirlo dobbiamo solo aspettare...
Insomma cari dojisti ascoltatemi bene: andate oltre alla grafica ultrafiga, andate oltre i videogame che stanno dominando il mercato odierno e lasciatevi trasportare nel magico mondo dell'indipendenza: un mondo decisamente affascinante e dal sapore retrò, ma di assoluto livello che offre sensazioni quasi dimenticate.
E voi cosa ne pensate della crescente popolarità dei titoli indie? Per commentare andate al menù a tendina  qua sotto scegliete "Nome/URL", inserite un nome a vostra scelta nel primo spazio (l'URL non è necessario) e commentate! Fatelo in tanti! Se il post ti è piaciuto aiutami a crescere: condividi il link su un social network, un piccolo sforzo per cui te ne sarò eternamente grato!! Con un click qua sotto sul simbolino, il gioco è fatto!! Thanks e alla prossima!

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