Si sa che nel mondo videoludico gli acronimi sono usatissimi: DLC, RPG, FPS, ecc... ne abbiamo a milioni. Uno in particolare credo che in poco tempo sarà utilizzatissimo: F2P. La sigla sta a significare free to play, ossia quei videogame giocabili gratuitamente con la possibilità di acquistare potenziamenti, punti esperienza o costumi differenti attraverso le microtransazioni, cioè pagamenti con soldi reali.
A ben guardare non c'è nulla di innovativo in tutto ciò: molti videogame permettono da tempo di fare acquisti per ricevere potenziamenti o robe del genere e oltretutto una caterba di giochi per iOS e Android sono incentrati su questo meccanismo (ti do il gioco gratis, se vuoi avere cose fighe paghi).
La vera furbata è stata quella di inserire i F2P all'interno degli store online. E così in meno di un mese mi sono ritrovato sull'hard-disk della mia PS3 non uno, ma bensì due free to play: Tekken Revolution e Spartacus Legends.
Il primo è il sempre caro picchiaduro della Namco Bandai con una nuova incredibile aggiunta (una rivoluzione ahah): il potenziamento dei parametri (forza, vita e vigore) dei personaggi giocabili grazie ai punti esperienza ottenibili a fine battaglia; una componente gidierristica insomma, che permette di creare maggiore enfasi durante i classici scontri. Ma il free to play dove sta, mi direte? E' presto detto: ogni ora è possibile giocare a sole due partite arcade offline e a cinque incontri online. Vuoi giocare di più? Bene, ti compri dei gettoni d'oro e tiri calci e pugni quanto vuoi.
La Namco ha ben pensato di inserire diversi eventi e modalità speciali che invogliano ad una videogiocata duratura e che quindi induce alcuni utenti all'acquisto dei gettoni d'oro. Visto il mio tempo disponibile da dedicare al titolo, gli incontri gratuiti mi bastano, ma, vedendo alcuni signorini online, penso che molti gettoni d'oro siano stati venduti.
Vorrei fare una sola domanda alla Namco: perché non mi hanno messo Yoshimitsu tra i combattenti? Siete bastardi?!
Per quanto riguarda il videogioco dedicato al telefilm dell'eroe trace, il meccanismo è più classico: la durata di gioco è illimitata, ma per riuscire a battere i nemici più arcigni potrebbe essere utile fare acquisti di armi e protezioni tramite le microtransazioni. E' purtroppo viziato da qualche problema d'audio, che in diverse occasioni (abbastanza direi) salta; un difetto che mi irrita alquanto...
Che dire quindi, entrambi i giochi sono realizzati abbastanza bene e mi intrattengono piacevolmente tra una vittoria e una incazzatura. Consigliato a chi ha voglia di tirare qualche cinquina senza bisogno di ricorrere al portafoglio.
Ma torniamo a parlare in termini più generali: osservando le offerte di questa tipologia di gioco, penso che il mercato dei F2P si espanderà in breve tempo. Non sono dell'idea che i F2P siano meri mezzi di guadagno, anzi, se si riesce a resistere alle tentazioni di scalate al successo facili e veloci ci si ritrova con un titolo completo e gratuito, quindi perché lamentarsi?
Il mio dubbio è un altro. I meccanismi delle microtransazioni sono per me il contrario di quello che ho fatto per anni: il sudare per raggiungere un obiettivo, l'assaporare la soddisfazione di avere raggiunto il successo grazie al lavoro svolto. Sensazioni classiche per videogiocatori di vecchia data, sopratutto per gente amante dei GDR come me. Perché quindi utilizzare questo nuovo mezzo di guadagno? Perché dare all'utenza un'opportunità di vittoria semplice e veloce? Perché abbandonare quel gusto che solo i videogiochi danno?
Forse una risposta ce l'ho: perché (purtroppo) l'utenza è cambiata. E dico (purtroppo) perché le case videoludiche avevano l'opportunità di mostrare a tutti i motivi per cui i videogiochi classici erano così intriganti e appaganti, visto il crescente numero di videogiocatori.
Ma invece di farlo, hanno deciso di accontentare la maggior parte dell'utenza, composta da una buona percentuale di casual gamer (che si ritengono soddisfatti di una sfida di bassa difficoltà), non filando più i vecchi videogiocatori, abbandonati in un mare di nostalgici ricordi dove l'unica ancora di salvataggio consiste negli indie e in rari titoli di pregevole fattura.
Tutto ciò porta a videogame più facili per continuare ad accontentare i casual. E ciò porta a F2P con la possibilità di acquistare la vittoria. E ciò porta ad un guadagno maggiore per le case e ad un sorriso a 64 denti per i casual. Mentre noi rimaniamo fregati...
Ma non disperate, una soluzione c'è sempre: basta vedere i F2P come una nuova sfida: giocare, divertirsi e vincere SENZA utilizzare le microtransazioni, ottenendo così un gioco completo, bello tosto e gratuito. Sai che gusto a battere il boss finale senza aver mai acquistato un oggetto?!
Ditemi se siete d'accordo o meno, per ora vi saluto! Il vostro amichevole Cappe di quartiere.
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