Nel 1975 Ron Howard ha un'intuizione geniale: girare un film con protagonisti due piloti di Formula 1 dalle caratteristiche assolutamente opposte che si affrontano per tutto l'arco del campionato del mondo fino all'epica ultima gara. Nel 1976 Niki Lauda e James Hunt spoilerano il finale del film pensato dal futuro regista. Così il buon Ron ha una seconda intuizione geniale: aspettare una quarantina di anni per mettere in scena la sua idea, così che i più si fossero dimenticati del clamoroso spoiler. Idea riuscita a metà, visto che ancora oggi quel campionato del mondo è uno dei più importanti e famosi nella storia della Formula Uno.
Scherzi a parte Rush, l'ultimo film di Ron Howard incentrato sulla rivalità tra Lauda e Hunt, è davvero ben riuscito: il mix tra dialoghi fuori pista, situazioni sentimentali e gare è perfettamente riuscito, tant'è che quei 120 minuti circa scorrono via velocemente.
La qualità maggiore del film non risiede nelle inquadrature durante le gare o nelle immagini delle vetture più famose di quel periodo (entrambe eccellenti sotto ogni punto di vista), ma sulle emozioni che il film trasmette durante tutta la sua durata. Ed è difficilissimo far provare sensazioni come stupore, suspance o paura quando il pubblico in sala conosce già tutti i fatti avvenuti durante quel mondiale del 1976. A mio parere è questa la maggiore qualità di Rush e il motivo per cui considero questo film assolutamente di primo livello.
Il regista ha sicuramente tenuto in considerazione questo particolare aspetto e difatti durante la prima scena ascoltiamo la voce di Lauda che ci spiega cosa successe durante il GP di Germania. In questo modo Ron mette tutti gli spettatori sullo stesso piano per poi tornare indietro alle origini della rivalità di Lauda e Hunt, fino a giungere al GP del Giappone. Insomma, Howard ribalta il possibile punto debole del film facendolo diventare il maggiore punto di forza. Complimenti a lui.
Per quanto riguarda il resto: restando in tema di spoiler e in particolare del mio ultimo post, possiamo definire Niki Lauda un perfetto esempio di spoilerman, uno stronzo. Freddo calcolatore e solitario ragazzo, sfrutta le sue uniche abilità (uniche nel senso che nessun altro ha) per diventare un grandissimo pilota di F1.
James Hunt invece è interpretato da Chris Hemsworth, il nostro amato Thor. Mai fu fatta scelta migliore per un ruolo del genere, perché anche in Rush il buon Chris vestirà i panni di un martellatore. Sì, martellatore di mazza e non di martello... Tra le vittime illustri della sua mazza troviamo Natalie Dormer (Margaery Tyrell nel Trono di Spade) e Olivia Wilde. Cioè oh, mica fuffa!
E' facile capire quindi come i due piloti siano uno l'opposto dell'altro: l'unica cosa che hanno in comune è la maestria con cui domano le autovetture, spingendole ai loro limite. E due personaggi così diversi e così forti non possono che diventare rivali! La rivalità che si creerà tra i due nel corso della loro carriera è saggiamente romanzata quel poco per basta per renderla perfetta per un lungometraggio. Anche qua il regista ha saputo dosare alla perfezione la "romanticizzazione" e anche in questo caso bisogna riconoscere la bravura di Howard.
Mi era venuto da storcere il naso solo per un particolare mentre ero in sala, ovvero la mancanza di qualche immagine che raffigurasse i veri Lauda e Hunt: completamente smentito verso la fine del film, inserite al momento giusto per concludere una trasposizione cinematografica riuscita alla grande.
Inzomma, Rush è un gran bel film e sono sicuro che verrà apprezzato anche da chi non ama la F1 (quelli che la amano sicuramente usciranno soddisfatti).
E' tutto, ci si blogga presto, il vostro amichevole Cappe di quartiere.
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