E' triste pensare che ho il post sull'E3 in fase di lavorazione da più giorni ma non riesco a finirlo... Dura la vita alle volte. Ma oggi lo si deve lasciare da parte, perché vi voglio raccontare una storia. Una storia così fantastica che se vi dicessi che è una storia vera non ci credereste. Ma è così, è una storia vera.
Ci sono un argentino, due francesi, un brasiliano, un australiano di origini aborigene, due impassibili taciturni tendenti al mutismo, un vecchio canuto, un canadese e un ragazzo che dopo svariati tentativi è riuscito a farsi accettare a pieno titolo in questo gruppetto che si trovano lo scorso giugno di fronte ad un re e ai suoi sudditi.
Il nostro gruppetto è desideroso di far cadere quel re dal suo trono, per potervici poi sedere ancora: già perché dovete sapere che alcuni di loro circa sette anni fa erano riusciti a sedervici sopra. E questi individui volevano ardentemente sederci ancora, almeno per un'ultima volta. E ovviamente anche i più giovani di questo gruppetto volevano provare l'ebrezza di star seduti su quel trono, visti gli affascinanti racconti narrati dai più anziani.
Ma purtroppo, dopo una lunga battaglia, il nostro gruppetto uscì sconfitto e moralmente distrutto dallo scontro contro il re e i suoi sudditi, così tanto distrutto da far dire a tutti che quel gruppetto aveva fatto il possibile, ma quella era stata la loro ultima possibilità di conquista. Quindi il re avrebbe continuato a dominare per anni e anni e anni ancora, mentre il nostro gruppetto sarebbe dovuto scomparire da quelle lande.
Beh, questo è quello che pensavano gli altri: perché il nostro gruppetto si fece coraggio e trovò la forza e la lucidità mentale per poter dire: possiamo farcela, torneremo qui a giugno più forti e più consapevoli dei nostri mezzi. Ma prima di intraprendere di nuovo quel lungo viaggio il nostro gruppetto decise di rinforzarsi aggiungendo all'allegra combriccola un ITALIANO e un altro australiano.
E magicamente ecco che il nostro gruppetto a giugno si ritrovò ancora di fronte al re e ai suoi sudditi. Ma questa volta la battaglia ebbe un andamento decisamente diverso: il nostro gruppetto era così determinato a salire su quel trono, così convinto dei propri mezzi, così mentalmente concentrato sul piano di battaglia che vinse in modo schiacciante. Il re non poté fare nulla: difatti i suoi sudditi lo abbandonarono nel momento più critico della battaglia, lasciandolo solo ed indifeso. E così il re venne detronizzato e il nostro gruppetto poté salire su quel trono, chi per la prima volta, chi per la quarta o addirittura la quinta volta.
Poche volte ho visto quella determinazione, quella voglia spasmodica di vincere, quella garra agonistica e soprattutto quella voglia e abilità nel giocare una pallacanestro che rasenta la perfezione. Pop durante le azioni offensive dice solamente: "Move the ball, move the ball! Move, move!" e loro passano, tagliano, scaricano, tirano con una sincronia mostruosa. Tutti sanno tutto di tutti, tutti sanno dove sono tutti, anche in che ordine sono seduti i compagni in panchina, tutti sanno quando e chi cavalcare, nessun egoismo, nessuna voglia di strafare, nessuna forzatura. Una pallacanestro così dovrebbe essere mostrata ovunque. Chapeaux!
Passiamo quindi alle ormai consuete pagelle del Dojo, perché sennò qua faccio un pastrocchio di post che non riesco a controllarmi dall'esaltazione del titolo numero cinque!
PARKER: voto 9. Qua si sente sempre parlare di chi tra Paul, Westbrook o Curry sia il miglior playmaker della Lega e mai si legge il nome di questo signorino francese. E secondo me è una bestemmia assurda non considerare Parker come uno dei migliori playmaker della Lega: tralasciando il fatto che ha quattro anelli e gli altri cippa, è un penetratore di così alto livello che forse solo Lebron e Rocco lo possono eguagliare in questa abilità. E anche se nelle ultime partite non ha segnato come nelle prime gare di playoff, Tony amministra comunque in modo pregevole, mettendo in ritmo tutti i suoi compagni, come anche Pop ha sottolineato dopo gara quattro (o tre?, non ricordo). E poi ha una faccia tosta e una determinazione che pochi altri hanno: basta ricordare due situazioni in cui è stato coinvolto per rendersene conto. La prima è la difesa nel terzo quarto su Lebron faccia a faccia. La seconda è la faccia tosta nel tradire una come Eva Longoria. Cioè devi avere due palle così...
GINOBILI: voto 10. Mai ferire nell'orgoglio un argentino perché poi sono cazzi amari. E infatti dopo una abbastanza sciagurata serie finale lo scorso anno, quest'anno Gino scende in campo con un piglio che lasciava intendere solo una cosa: voglio vincere e vincerò. Detto, fatto. Impatto devastante in ogni partita entrando dalla panchina, impatto demoniaco in gara cinque. E questo giocava a Reggio Calabria. Un prototipo dello spot due ideale per ogni squadra, se poi ha il suo carattere e la sua grinta sei a cavallo, vinci sicuro prima o poi.
LEONARD: voto 100 (E' cento eh, non è un errore di battitura). Già l'anno scorso era entrato nella mia Top Three dei miei giocatori preferiti, dopo quest'anno la classifica si presenta così: Leonard, Leonard, Leonard. Immenso è il termine giusto: questo in difesa teneva (divinamente) Lebron, poi andava in attacco e faceva quel che ha fatto. Datemi cinque KD35 e non vinco nulla, datemi cinque Leonard e vi vinco tutto, anche il torneo di briscola chiamata. Questa finale lo incorona nuovo uomo franchigia degli Spurs: succede a Duncan e a pensarci bene i due hanno molte caratteristiche in comune. Felicissimo di poter tifare un giocatore come Kawhi in squadra. Ah, ovviamente parte la caccia alla sua maglia.
DUNCAN: voto 10. Il canto del cigno di uno dei giocatori più dominanti della NBA di tutti i tempi. Ho pianto quando ho visto come abbracciava affettuosamente i suoi compagni. Ho pianto quando l'ho visto sollevare quel trofeo tanto agognato. Ho pianto quando ho realizzato che l'anno prossimo probabilmente non ci sarà più: un onore per tutti noi averlo visto dipingere pallacanestro in questi anni e soprattutto in questa finale: Bosh, Andersen, Haslem, pure Lebron, nessuno è riuscito a contenerlo per due azioni di fila.
I numeri che continuano a mostrare in questi giorni parlano per lui: un'icona di questo sport, un maestro del gioco corretto, pulito e tecnicamente perfetto. Per favore REimpariamo tutti (pure io) ad usare la tabella come l'ha usata lui e Timmy rimarrà per sempre sui campi da basket.
DUNCAN: voto 10. Il canto del cigno di uno dei giocatori più dominanti della NBA di tutti i tempi. Ho pianto quando ho visto come abbracciava affettuosamente i suoi compagni. Ho pianto quando l'ho visto sollevare quel trofeo tanto agognato. Ho pianto quando ho realizzato che l'anno prossimo probabilmente non ci sarà più: un onore per tutti noi averlo visto dipingere pallacanestro in questi anni e soprattutto in questa finale: Bosh, Andersen, Haslem, pure Lebron, nessuno è riuscito a contenerlo per due azioni di fila.
I numeri che continuano a mostrare in questi giorni parlano per lui: un'icona di questo sport, un maestro del gioco corretto, pulito e tecnicamente perfetto. Per favore REimpariamo tutti (pure io) ad usare la tabella come l'ha usata lui e Timmy rimarrà per sempre sui campi da basket.
DIAW: voto 10. Nessuno si spiega come faccia con quel corpo a insegnare pallacanestro a tutti. Tecnicamente è stato l'Odom di questi Spurs, fisicamente era l'O'Neal degli Spurs. Il che è tutto dire... gestiva i possessi come ormai nessun play sa più fare (ahimè), smazzava assist, tirava giù rimbalzi, segnava in post, dalla media e da tre. Altro? Ah sì, marcava tutti, da Lebron a Wade passando per Bosh, tanto con quel fisico è facilissimo... Sti gran cazzi, Boris Diaw!!!
GREEN: voto 8,5. Per chi non l'avesse capito è lui il ragazzo che desiderava entrare a far parte di quel nostro gruppetto. Danny infatti è stato preso e scartato più volte dagli Spurs, ma lui voleva così ardentemente giocare nella franchigia argento-nero (chiamalo scemo) che ha pregato Parker perché intercedesse per lui. E quindi da giocatore buonino per l'Europa è diventato il titolare di una franchigia leggendaria. Dici poco...
SPLITTER: voto 8,5. Miiiinghia Splitter!! Passare dalla stoppata subita lo scorso anno a rifilarne una (irregolare c'è da dire, ma il gesto tecnico è pregevole) a Wade (che povero, mi piange il cuore a vederlo in quello stato) è un simbolo della sua crescita. Tra l'altro è migliorato moltissimo nel gioco sottocanestro ed è diventato un'arma importantissima per Pop. E, credetemi, fare il cambio di Duncan non è semplicissimo eh...
MILLS: voto 10. Paaaaaaaaaaaaaaaaaaatty!!! Alla quarta tripla Tranquillo è svenuto, Pessina è corso in bagno, io mi sono tolto la maglietta per gettarla via per sfogarmi in qualche modo, altrimenti partiva un urlo che svegliava tutto il condominio. Un aborigeno che piazza quattro bombe devastanti nel terzo quarto e subisce due sfondamenti da Wade e Allen (tra l'altro Allen annullato dal mitico Patty) penso sia una delle più belle fiabe raccontante dalle NBA. Ok il docu-film su di lui, ma ora si DEVE chiedere subito a Buffa il racconto della sua storia, tassativo.
IL RESTO DELLA PANCHINA: voto 8,5. Daye, Joseph, Baynes, Bonner e gli altri hanno dato anche loro un fondamentale contributo al titolo. Il loro (alto) rendimento sta a significare solo una cosa: giocare in un sistema perfetto rende tutti migliori.
POPOVICH: voto 100. Lo voglio a Milano, non me voglia Banchi... Scherzi a parte, lui non allena, non dà indicazioni tecnico tattiche. Lui insegna a vivere. Non è un allenatore, è un padre. O meglio, è entrambi: le descrizioni di tutti i suoi giocatori sono lì per essere lette per capire chi sia Greg Popovich. Un maestro di questo sport.
E per ultimo, ma non per importanza...
BELINELLI: voto 100 e lode. ORGOGLIO ITALIANO! Non riesco a trovare aggettivi per descrivere la gioia nel vedere Marco sollevare quel trofeo. Quello che più di tutti si è sbattuto, che più di tutti ha subito le malefiche meccaniche della NBA, quello che per i più era il meno dotato per questi livelli. Grande Beli, sei il nostro orgoglio! Hai dimostrato a tutti cosa vuol dire lavorare per raggiungere gli obiettivi e i sogni di una vita.
E che dire ancora? Che secondo me gli Heat quando hanno sentito le parole "Follow my lead" hanno probabilmente pensato che le avesse dette il buon Mario Chalmers e non Lebron. Difatti hanno seguito Chalmers alla lettera, altrimenti non saprei...
C'è da dire, in tutta onestà, che James ha dato il massimo in questa gara cinque: purtroppo per lui da soli non si vince e i suoi sudditi non l'hanno aiutato per niente. Ci ha provato a mettere in ritmo tutti, ma se anche Allen tira 1/5 da tre vuol dire che non c'è trippa per gatti.
Caro Lebron dopo quella pantomima della "The Decision" e quella pietosa frase "Porterò il mio talento a South Beach" ti avevo odiato parecchio, ma voglio dare a Cesare quel che è di Cesare: hai dimostrato che sei il più forte atleticamente e tecnicamente, ma, come sappiamo tutti, ciò non basta per vincere, soprattutto in NBA. E queste Finals sono l'esatto esempio di questa verità.
E' tutto, ci si blogga presto, il vostro amichevole Cappe di quartiere.
E che dire ancora? Che secondo me gli Heat quando hanno sentito le parole "Follow my lead" hanno probabilmente pensato che le avesse dette il buon Mario Chalmers e non Lebron. Difatti hanno seguito Chalmers alla lettera, altrimenti non saprei...
C'è da dire, in tutta onestà, che James ha dato il massimo in questa gara cinque: purtroppo per lui da soli non si vince e i suoi sudditi non l'hanno aiutato per niente. Ci ha provato a mettere in ritmo tutti, ma se anche Allen tira 1/5 da tre vuol dire che non c'è trippa per gatti.
Caro Lebron dopo quella pantomima della "The Decision" e quella pietosa frase "Porterò il mio talento a South Beach" ti avevo odiato parecchio, ma voglio dare a Cesare quel che è di Cesare: hai dimostrato che sei il più forte atleticamente e tecnicamente, ma, come sappiamo tutti, ciò non basta per vincere, soprattutto in NBA. E queste Finals sono l'esatto esempio di questa verità.
E' tutto, ci si blogga presto, il vostro amichevole Cappe di quartiere.
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