Ho sempre amato i manga che si concludono in pochi volumi: non tanto per la storia breve (sennò ONE PIECE non avrebbe senso per me), ma piuttosto per il basso costo totale dell'opera (il portafoglio difficilmente mi sorride). Quando sono venuto a conoscenza di Kagemusha, manga ideato dalla mano di Hirotaka Kurofuji seguendo la storia dell'ideatore Norio Nanjou, che narra di samurai nell'era feudale giapponese e composto da solo 2 numeri non ho avuto dubbi: acquistato in tempo zero e letto in egual tempo.
Kagemusha letteralmente significa "guerriero ombra" e denota quei samurai assoldati dal Signore di turno per via del loro aspetto identico al Signore stesso; i kagemusha sostituiscono il Signore durante le battaglie e nei momenti di maggior pericolo, senza che nessuno noti il sotterfugio dello scambio di persona.
Il privilegio e l'onore di diventare uno dei kagemusha di Yasutaka (mica si accontentano di averne solo uno, scusate eh) spetterà al giovane Kyonosuke, semplice contadino di un piccolo paesino nascosto sotto l'ombra (ahah) del monte Hida. Il protagonista è stanco della vita che sta conducendo e vede il suo futuro (continuare l'attività di suo padre) come una vita noiosa e dalle aspettative nulle: quando si presenta l'offerta di entrare nell'esercito di Yasutaka, diventando un samurai a tutti gli effetti, accetta senza battere ciglio.
Scoprirà solo una volta arrivato al castello che il suo ruolo non sarà quello del normale samurai, ma appunto quello del kagemusha.
I timori iniziali sull'addestramento per diventare tale e quale al Signore (e in tutto e per tutto, sia chiaro: modi di fare, maestria con la katana, linguaggio, tono della voce e addirittura prestazioni, come dire, sessuali, sì [!]) verranno presto dimenticati da Kyonosuke, data la vita e i privilegi che solo i guerrieri ombra hanno. Purtroppo però il pericolo è sempre dietro l'angolo, e difatti per Kyonosuke la vita avrà un risvolto improvviso che lo cambierà per sempre.
Kagemusha è un manga che ho apprezzato in toto: dai disegni alla storia, passando per le caratterizzazioni dei personaggi e per gli aspetti psicologici.
A mio parere la mano di Kurofuji è particolarmente adatta per queste storie ambientate nel Giappone feudale: uno stile che risalta le ombre (ahah) e i più minuziosi particolari, risultando perfetto sia nei momenti drammatici, sia durante le battaglie.
Per quanto riguarda la storia invece, i due volumi hanno funzionalità diverse: il primo numero ci mostra la situazione politica e gerarchica all'interno del castello e nella regione di Hida, focalizzandosi poi sui primi cambiamenti di Kyonosuke e sui suoi doveri e privilegi. In pratica ci mostra un quadro generale di luci e ombre (ahah). Il secondo volume sarà invece il numero della vera storia di Kyonosuke, ricco di colpi di scena e maggiormente incentrato sulla mentalità del ragazzo; il vero cuore della vita del ragazzo.
L'analisi psicologica mi ha colpito in modo particolare: è chiaro che una storia che racconta di perfetti imitatori debba necessariamente far risaltare al meglio paure, dubbi, timori, certezze e prese di posizioni da parte dei diretti interessati (i kagemusha). Nanjou esegue il tutto molto bene: all'inizio Kyonosuke ci viene mostrato sicuro di sé e forte delle sue ambizioni, ma più la storia andrà avanti, più il cambiamento del ragazzo sarà radicale, modificandolo profondamente. Non mi addentro ulteriormente per paura di spoilerare qualcosa.
Inzomma Kagemusha è un manga che ho apprezzato decisamente: drammatico, realistico, disegnato magistralmente e con un finale decisamente particolare e interessante. Tutto ciò di cui una storia di samurai ha bisogno, una perfetta istantanea del periodo storico in cui la storia è inserita. Consigliatissimo!
Ci si blogga presto, il vostro amichevole Cappe di quartiere.
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