Eccoci qua, dopo una lunga pausa dall'ultimo post: vi chiederete perché l'angolo dei telefilm non c'è stato. Beh, semplice non c'erano telefilm. In queste vacanze però aspettavi un po' di post: l'anno nuovo porta sempre con sé alcune considerazioni e analisi che un buon nerd deve sempre fare. Ma bando alle ciance, parliamo un po' di questo Lo Hobbit: la desolazione di Smaug (senza spoiler, of course).
Diciamo subito che la ruggine derivata dalla ormai lontana lettura del libro di Tolkien si è fatta sentire (della parte del Simmarillion riprodotta in parallelo manco per sbaglio me la ricordo): a grandi linee la storia mi pare essere stata seguita meticolosamente dal buon Peter, ma ci sono anche alcune scene in cui pensi: "Ma è successo per davvero?!". Però alla fine sono particolari che non storpiano la giusta narrazione del libro. La qualità rimane sempre alta, altissima, purissima, levissima.
I nuovi personaggi, le battaglie e le ambientazioni sono realizzati davvero molto bene. Tutti particolati che mi fanno sentire perfettamente calato all'interno dell'atmosfera Tolkieniana.
Il principale motivo che però mi ha spinto l'hype a mille per questo film è stato uno solo: Smaug. Il drago finalmente fa la sua digitale comparsa nella saga cinematografica. E voi sapete come i draghi mi intrippino. Smaug viene rappresentato in modo eccelso. Ogni scaglia, ogni movimento, ogni respiro, ogni sbuffo di fuoco è realizzato magnificamente. Smaug è reale, vivo, in parole povere una goduria assicurata. Come il tacco di Palacio ieri sera.
In sostanza il drago vale buona parte del film. E poco importa se quello scontro verso la fine del film sembra essere una fillerata pazzesca per allungare il minutaggio del film: c'è Smaug che sputa fuoco e vola, cosa si vuole di più?
Torna poi Orlando Bloom a vestire i panni di Legolas: ok, l'ho detto, nulla da aggiungere era solo per dovere di cronaca.
Inzomma, questo secondo capitolo de "Lo Hobbit" si dimostra all'altezza del primo. Ho sempre un po' di timore per i secondi capitoli delle trilogie: possono dare la svolta alla narrazione come anche non dare nulla (qualcuno ha detto l'attacco dei cloni?); la desolazione di Smaug fortunatamente rientra nella prima categoria e quindi non si può che esserne felici.
E' tutto, ci si blogga presto, il vostro amichevole Cappe di quartiere.
PS: se l'UCI Cinemas potesse accorciare le pubblicità prima dei film non sarebbe un'idea così malvagia eh, così per dire...
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